Café Philo
Aristotele, Kant e Nietzsche, “ospiti” a distanza della Società Filosofica della Svizzera Italiana e della Filanda di Mendrisio, discuteranno con voi sulla domanda posta da philExpo22:
CHE COSA VOGLIAMO SAPERE?
Ne saranno portavoce in sala:
Brenno Bernardi, Virginio Pedroni e Cristina Savi
Lettera di presentazione proveniente dall’aldilà
Siamo tre attempati esponenti di quel sapere chiamato filosofia. Anzi, senza falsa modestia, possiamo dire di essere tre personalità decisive della sua storia. Siamo stati molto letti, citati, omaggiati (il più anziano di noi è stato addirittura definito da un famoso poeta “il maestro di color che sanno”), ma pure fraintesi, criticati, addirittura confutati (o almeno, così credono di aver saputo fare i nostri colleghi più giovani, che hanno il grosso vantaggio di parlare per ultimi). Anche fra di noi, comunque, ci sono stati molti dissensi.
Di recente, oltre alle obiezioni filosofiche, sono piovuti sulla nostra testa anche rimproveri legati ai vostri attuali conflitti ideologici, come direste voi: siamo stati accusati di essere schiavisti, razzisti, fascisti e, ovviamente, maschilisti. Queste accuse sono dovute, in parte, alla distanza culturale fra epoche diverse. In proposito, ci fermiamo qui, per incompetenza e scarso interesse.
Ci è gentilmente stato chiesto di pronunciarci - nonostante la nostra veneranda età e il fatto che da un pezzo non abbiamo più avuto occasione di occuparci di filosofia - ci è stato chiesto, dicevamo, di dire la nostra sul seguente quesito: “Che cosa vogliamo sapere?” Non siamo neppure sicuri di aver ben compreso il senso di questo interrogativo e, inoltre, pensiamo che una mente giovane sarebbe stata più indicata di noi a rispondere, ma la cortese insistenza di alcuni vostri contemporanei - membri di una certa Società filosofica della Svizzera Italiana, a noi per altro finora assolutamente sconosciuta - ci ha infine convinti ad accogliere l’invito.
Considerato che ci siamo ritirati dalla vita pubblica molto, moltissimo tempo fa, abbiamo chiesto di poterci esimere dal presenziare fisicamente all’incontro (non siamo più abituati ad uscire e non avremmo neppure saputo quale abbigliamento indossare per l’occasione) e di comunicare con voi per interposta persona. Approfittando delle straordinarie possibilità tecniche che il vostro tempo offre, e che noi troviamo ovviamente strabilianti, ci limiteremo a suggerirei nostri pensieri a tre volonterose persone, presenti in sala in carne ed ossa (Brenno, Virginio e Cristina). Dobbiamo confessare che non nutriamo soverchie illusioni a proposito della loro capacità di capire ed esprimere adeguatamente i nostri ragionamenti, ma confidiamo che l’entusiasmo e l’impegno che vorranno profondere nello svolgimento del compito potranno in parte compensare i limiti del loro intelletto (ovviamente non paragonabile al nostro). Comunque, decliniamo ogni responsabilità per il risultato finale. Qualora voleste sapere che cosa pensiamo veramente, potete sempre leggere i nostri testi, anche se, pure in questo caso, almeno per due di noi (il più vecchio e il più giovane) si sono presentate grosse difficolta di comunicazione solo in parte risolte dall’assiduo lavoro dei filologi.
Salutandovi cordialmente, vi attendiamo numerosi: se non per noi, che di fama ne abbiamo già molta, venite almeno per compiacere gli organizzatori della manifestazione.
I vostri inossidabili,
Aristotele di Stagira, Immanuel Kant, Friedrich Nietzsche