Eranos Tagung 2024: L'epoca della coscienza spaesata. Incertezze del tempo e ansia del futuro

Casa Eranos, Ascona, 5-7 settembre 2024

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    Speakers

    - Paul Bishop (University of Glasgow, School of Modern Languages & Cultures)

    - Alessandro Colombo (Università di Milano, Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici)

    - Pier Luigi Luisi (ETH Eidgenössische Technische Hochschule Zürich, Department of Materials)

    - Ugo Nespolo (artista, Torino)
    Mariagrazia Uguccioni (Istituto di Ricerca in Biomedicina, Bellinzona)

     

    Presentazione

    Siamo nel pieno di una situazione paradossale: sospinti da un’accelerazione sempre più accanita, a causa di un’innovazione tecnologica che non conosce e non si dà alcun limite, ma bloccati all’interno di un presente incapace di previsioni e di grandi progetti per il futuro. Anche perché è la possibilità stessa del futuro a non essere più certa: quando si è confrontati, come lo siamo oggi, con un’apocalissi aggiornata in senso ecologico. Sappiamo che cosa è andato storto nel nostro processo di civilizzazione, ma non riusciamo a tradurre questa consapevolezza in efficaci piani di azione. Quella libertà che nei secoli è servita a compiacere il nostro sentimento di sufficienza nei confronti della natura si trova oggi confrontata a nuove forme della necessità inaggirabili, talvolta distruttive e letali, che sembrano minarla alla sua stessa radice. Ne risulta uno spaesamento che si riverbera non solo sul senso del tempo ma anche sulla certezza della nostra identità; li annienta, senza offrire loro appigli per nuove narrazioni di ciò che siamo e desideriamo. La ludificazione dell’esistenza a cui assistiamo a vari livelli (formativo, culturale, consumistico) è una scappatoia insostenibile che ci riporta ogni volta di nuovo, e con una più acuta consapevolezza, al punto di partenza. E allora che fare? L’incontro settembrino delle Eranos Tagungen, con il suo consueto stile interdisciplinare, cercherà di rispondere a questa domanda, in cui si mette in gioco il significato stesso della nostra umanità, quando tutto attorno noi sembra andare nella direzione della distruzione di quei valori con i quali abbiamo voluto affermare una superiorità morale rispetto ad altre culture e civiltà. Se nessun nostos è più disponibile, poiché il ritorno a “casa” sarebbe solo un ripercorre strade cieche, allora è proprio dal sentimento dello spaesamento che dobbiamo provare a ripartire, per tentare nuove forme di vita capaci di riconoscimento e solidarietà. 

    Presentation

    We are in the midst of a paradoxical situation: propelled by an ever-increasing acceleration, due to a technological innovation that knows no limits and gives itself no limits, but stuck within a present incapable of forecasts and big plans for the future. Not least because it is the very possibility of the future that is no longer certain: when confronted, as we are today, with an "updated" apocalypse in an ecological sense. We know what has gone wrong in our civilizing process, but we fail to translate this awareness into effective plans of action. That freedom that over the centuries has served to please our feeling of sufficiency toward nature is now confronted with new forms of the inescapable, sometimes destructive and deadly necessity that seem to undermine it at its very root. The result is a bewilderment that reverberates not only on our sense of time but also on the certainty of our identity; it annihilates them, without offering them footholds for new narratives of what we are and desire. The ludification of existence that we witness at various levels (educational, cultural, consumerist) is an unsustainable loophole that brings us back again and again, and with heightened awareness, to where we started. So what to do? The September meeting of the Eranos Tagungen, with its usual interdisciplinary style, will try to answer this question, in which the very meaning of our humanity is at stake, when everything around us seems to be going in the direction of the destruction of those values with which we have wanted to assert a moral superiority over other cultures and civilizations. If no nostos is any longer available, since returning to "home" would only be a retracing of blind paths, then it is precisely from the feeling of disorientation that we must try to start again, to attempt new forms of life capable of recognition and solidarity.

     

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